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Mioglobinuria paralitica


Il nome scientifico della malattia di cui parliamo oggi è: “MIOGLOBINURIA PARALITICA”.

Esistono molti sinonimi di questa patologia che è tipica degli animali sportivi che producono uno sforzo di corsa pesante e protratto. Veniva chiamata “malattia del Lunedi di Pasqua” quando colpiva i cavalli da calesse che uscivano, dopo un inverno trascorso nella stalla, nei primi giorni di primavera e venivano sottoposti a faticose passeggiate alle quali non erano pronti. Altri sinonimi sono: rabdomiolisi da sforzo, azoturia, acidosi metabolica, tying-up (ovverossia “annodamento”, nel senso di annodamento della fibra muscolare). Così come colpisce il cavallo (ed anche l’uomo) può colpire tutte le razze canine impegnate nelle specialità sportive; dal Pastore Tedesco al Whippet, dal Pointer al Siberian Husky. Ciò non toglie che anche il più casalingo dei soggetti ne possa soffrire, passando bruscamente dal divano alle distese fiorite di un prato nei primi giorni di primavera. Il nome, un po’ strano, MIOGLOBINURIA, significa che c’è presenza di mioglobina (una proteina contenuta nei muscoli che lega l’ossigeno ceduto dal sangue a mò di riserva d’aria) nell’urina e che per questo si può presentare tinta di colore marrone scuro se non addirittura rossastra; PARALITICA è riferito al fatto che l’animale presenta difficoltà di movimento e nei casi molto gravi resta addirittura paralizzato dal dolore.

DOV’E’ LOCALIZZATO IL MALANNO?

La lesione colpisce tutto il tessuto muscolare scheletrico ma, con maggior gravità, i grossi gruppi muscolari del dorso (longissimus dorsi), della groppa (glutei) ed il bicipite femorale (il muscolo posteriore della coscia). Queste zone si dimostrano particolarmente dure e dolenti, incapaci di muoversi senza causare dolore, addirittura gonfie ed edematose.

COM’E’ FATTA QUELLA REGIONE ANATOMICA?

Il muscolo scheletrico, striato o volontario, è una struttura complicata che serve agli organismi per muovere i segmenti dello scheletro osseo allontanandoli ed avvicinandoli tra loro, e quindi per spostarsi nello spazio. E’ composto principalmente di proteine e rappresenta complessivamente addirittura il 45-50% del peso corporeo di un cane. E’ il tessuto quantitativamente più abbondante del corpo. Questo muscolo si nutre di zuccheri, grassi, proteine e produce lavoro, calore e una serie di sostanze di scarto che normalmente vengono eliminate.

COSA VUOL DIRE?  CHE COSA E’ SUCCESSO?

Questa malattia metabolica colpisce il tessuto muscolare scheletrico, posto in condizioni di particolare sforzo. L’esercizio muscolare produce lavoro e calore e come prodotti finali acido lattico ed ioni idrogeno (H+). Il calore è disperso dal sistema circolatorio, gli ioni e l’acido sono tamponati da un sistema adeguato presente nel sangue. Viceversa se l’animale è sottoposto ad un enorme carico di lavoro c’è una grandissima produzione di H+ all’interno della cellula con richiamo di acqua, in pratica aumenta la pressione osmotica e la cellula si gonfia ostacolando la microcircolazione. Il sistema si intasa raffreddandosi con difficoltà e si arriva fino alla rottura delle cellule. Come già precisato si manifesta la presenza di mioglobina nell’urina, questo avviene perché le fibre muscolari si rompono e lasciano fuoruscire questa proteina che va nel circolo sanguigno, nel rene e da qui nell’urina. Questi fatti provocano dolore ed incapacità funzionale dei muscoli colpiti.

QUALI SONO I SINTOMI?

L’animale, dopo che ha finito la gara, cammina rigidamente, strusciando le unghie del posteriore per terra, respira velocemente ed appare agitato. Ha un dolore localizzato principalmente ai muscoli dorsali e dell’arto posteriore. Nelle forme più gravi può emettere urina rossastra per diverse volte, altrimenti la cosa è meno evidente e questa minzione rossastra può anche non verificarsi. I sintomi possono presentarsi durante la prova od immediatamente dopo fino anche a 24/72 ore dopo. Se si incita il cane a camminare lo fa malvolentieri con piccoli passi esitanti proprio come se fosse legato da fili invisibili (tying-up=legato, annodato). Resta coricato a terra e non si alza. L’animale non va forzato a muoversi.

COME SI FA’ LA DIAGNOSI?

La diagnosi è clinica e si emette sui sintomi. In genere non è necessario sottoporre l’animale a nessun altro esame collaterale.

SI PUO’ PREVENIRE ?

Certamente si possono eliminare tutte le cause che predispongono alla lesione. Per cui è necessario allenare adeguatamente il cane con un vero programma, evitare situazioni di strapazzo eccessivo e di stress con trasporti estenuanti, lunghi momenti di abbaio prima della gara, condizioni di caldo umido, gare troppo frequenti o prove ravvicinate. Anche il mancato riscaldamento pre-gara è una condizione favorente  il malanno.

POTEVO FARE QUALCOSA PER EVITARLO?

Al primo posto una corretta gestione del cane, allenato con criterio e non gettato allo sbaraglio dal canile alla gara. Molto importante effettuare un riscaldamento leggero prima della gara con una passeggiata al trotto per 10/15 minuti. Pare utile la somministrazione di bicarbonato di sodio. Questo non ha nessuna funzione energetica ma può aiutare la prestazione sportiva in una gara con turni o manches faticosi e ravvicinati perchè grazie al suo potere tampone contrasta il famigerato acido lattico che si accumula nel sangue. Secondo alcuni autori il fabbisogno è stimato in 400 mg\kg di peso vivo (per un cane di 20 kg = circa 15 grammi, un cucchiaio da cucina, in un litro di acqua  da bere prima della gara).

COSA POSSO FARE ADESSO?

Il cane deve essere messo il più possibile tranquillo e raffreddato con asciugamani bagnati freddi o con ghiaccio fino al raggiungimento di una temperatura rettale non superiore ai 39°C. Si possono somministrare miorilassanti (es.:Muscoril), fleboclisi idratanti (sol. fisiologica 0.9% alla dose di 45 ml/Kg) per favorire la diuresi o con bicarbonato di sodio al 4.2% (20 ml/kg per via endovenosa). Dopo la terapia di urgenza si consiglia la somministrazione di bicarbonato di sodio per circa 10 giorni (circa 100 mg di bicarbonato/kg di peso sciolto in acqua dato da bere durante il giorno), di farmaci antifiammatori non steroidei (es.:Aspirina), di antibiotici per almeno una settimana per evitare infezioni ascendenti dell’apparato urinario. Per evitare la degenerazione muscolare è consigliata la Vitamuna C +Vitamina E +Selenio per almeno un mese dopo l’incidente. In ogni caso si consiglia una convalescenza di 2 mesi con le prime 3 settimane di assoluto riposo.

PUO’ CAPITARE ANCORA?

Sicuramente si! Il ripetersi delle condizioni favorenti, di cui sopra abbiamo accennato, può scatenare nuovamente la forma patologica dalla quale non si diventa mai immuni.